Quando porti a termine un gioco che ti sei trascinata dietro per 2 anni il primo pensiero è: “E adesso?”.
Sono una videogiocatrice pigra e, per quanto ami la saga di Final Fantasy, ammetto che non è esattamente il mio genere video ludico. Il mio cervello iperattivo fatica a concentrarsi per più di 1 o 2 ore su di un gioco, figuriamoci se l’unica attività durante intere sessioni di gioco risulta essere la farming exp. (accumulare punti esperienza e sviluppare i personaggi).
Per non parlare dei minigiochi infiniti e di tutte le chicche del gioco che, essendo la mia prima volta su Spira, non avrei mai notato se non avessi accanto a me un videogiocatore esperto della saga. Preferendo la parte narrativa a quella del gameplay ripetitivo, per me è stato difficile andare avanti senza una spintarella.Sulla base di questo, nonostante la procrastinazione, ho amato il gioco. Avevo già seguito dei gameplay per curiosità, ma l’esperienza che ho ricavato dal giocarlo personalmente è stata meravigliosa.
Credo che Final Fantasy X sia, a livello di trama, uno dei FF più commuoventi (ed è tutto dire). Un piccolo capolavoro. Certo il gioco è molto lineare e ripetitivo, ma incuriosisce dall’inizio alla fine. Ho amato i personaggi di Tidus e di Yuna.
Il finale mi ha colta alla sprovvista. Ho pianto tutte le mie lacrime e credo di non aver ancora finito di farlo. A commuovermi non credo sia stata solo la storia, ma la musica.
Il rapporto che ho con molte soundtrack dei FF è di amore incondizionato. Le ascolto da quando ero bambina, ancora prima di conoscere questi videogiochi. Ebbene, la musica del finale di Final Fantasy X è stata una di quelle che ho ascoltato di più, capace di commuovermi anche senza che ne conoscessi davvero il significato. La dimostrazione della maestria di Nobuo Uematsu e la ragione per cui amo moltissime delle sue composizioni.
Per quanto il gioco mi sia piaciuto molto, non posso tralasciare di essere inciampata in qualche buco di trama. Probabilmente nulla di grave per lo svolgimento narrativo, ma che comunque mi è dispiaciuto vedere, soprattutto in un gioco che merita eccome il successo che ha avuto ai tempi.
Non mi è piaciuto molto che, nel tentativo di realizzare uno sviluppo di trama “Show don’t tell”, gli scrittori non si siano concentrati abbastanza sull’approfondimento della guerra tra Zanarkand e Bevelle. La guerra dove ebbe origine Sin. Io e il mio ragazzo abbiamo dovuto cercare online per poterci capire qualcosa. Mancano delle informazioni, date un po’ per scontate purtroppo, che si sarebbero rivelate davvero fondamentali per capire un po’ meglio il gioco in sé.
In conclusione, Final Fantasy X è stato una bellissima esperienza, dal gusto un po’ retrò, ma dal fascino immortale. Un videogioco forse un po’ ripetitivo ma ricco di carattere e, si potrebbe dire, di “cuore”. Lo sviluppo dei personaggi principali è costellato di episodi divertenti, commuoventi, che rimangono nell’anima.
Penso che tutti dovremmo fare esperienza di Final Fantasy come questo.
È come avere un pezzo di storia incastonato negli occhi.
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