Parto col chiederti di quale libro vorresti parlare.
Vorrei parlare del libro FAR EST & DIKIY OVEST perché è l'unica opera narrativa che ho scritto. Infatti mi occupo primariamente di saggi storici e poesia. Questa è una silloge di racconti ispirati alla storia e raccolti da una cornice che è il confronto tra l'Uomo Orientale Balcanico e l'Uomo Occidentale.
Qual è il genere che ami scrivere e perché?
Il genere che amo più scrivere è quello narrativo perché mi dà piacevolezza nel comporre, rispetto al saggio che risulta invece una fatica a volte arida. Scrivere racconti mi dà emozioni.
Di cosa tratta il tuo libro? Parlami un attimo del background e dei personaggi.
La silloge presenta una realtà unitaria, due storie simili di ricerca della libertà, le storie di due ragazzi mitizzati, l’Uomo Occidentale e l’Uomo Orientale balcanico, nati al di qua del confine orientale italiano ed europeo, nella città di Dikiy Ovest, e al di là di tale confine nella megalopoli di Far Est. Due città, due nomi, due avventure identiche alla ricerca della Grande Libertà, che si svolgono attraverso le azioni e le parole dei diversi protagonisti dei racconti. Una libertà di movimento e di vita ricercate a Far Est, libertà che l’Uomo Occidentale ha illusoriamente ottenuto a Dikiy Ovest, una libertà che deve allontanarsi dal disincanto, che deve scontrarsi con la schiavitù della malattia, della Natura Inesorabile, dagli spettri irrisolti del passato che popolano il grande condominio del progresso. Uomini e donne sono, da una parte, alla primordiale ricerca della Verità dell’Essere nella Romania di Ceauşescu, nella Fiume in fuga dalle Foibe, nella Berlino sventrata dal Muro dei blocchi contrapposti, nella Polonia di frontiera affascinata dal Lady D, e dall’altra parte della riva della Fiumana Europea, invece identiche umanità concentrano i propri sforzi nella primordiale rincorsa della Verità dell’Esistere, tra le strade della cittadina italiana terremotata di Nimis, a pochi chilometri dalla Jugoslavia titina, tra i campi profughi di Trieste, nella soffitta di Anna Frank, tra i valichi degli emigranti italiani in Svizzera, tra i sentieri delle Valli bresciane con le staffette partigiane e tra le strade affollate della Brescia in contestazione, solo per un posto a teatro in cui la Commedia del Progresso sbeffeggia la pretesa immortale dell’Uomo, schiacciandolo sotto il peso dei terremoti, dei melanomi, delle pallottole, dell’ipocrisia, dell’odio politico. Tutto questo finché Uomini e Donne di Oggi e di Ieri si trovano a un tavolino del caffè Biffi di Milano a lottare per una rivoluzione sociale, ma poi inesorabilmente riflessi nel condominio degli specchi della Memoria collettiva, che snuda cripticamente gli anelli che nella Grande Storia non hanno tenuto. Quelle saldature della catena però hanno creato la comune e grande cultura europea in cui i due ragazzi di Far Est e Dikiy Ovest possono sedersi e raccontarci due storie simili. Il testo presenta anche la rielaborazione a graphic novel di 2 racconti, ad opera della matita di Mattia Frialdi, un mio alunno che ha rielaborato alcune vicende. Altri racconti prendono spunto dalla vita di parenti di miei studenti e tutti sono frutto comunque della rielaborazione di interviste.
Quali sono i personaggi di questi racconti che ti hanno segnata di più?
I personaggi che amo di più sono Balisti (perché è un personaggio poco trattato e che ho riportato alla luce in un'ottica diversa da quella fino ad ora utilizzata, e quindi mi sento legata a lui in maniera che nessun altro può... come se ci fosse un legame tra noi... dopo 70 anni e passa sono riuscita per fortuna della sorte a trovare una valanga di documenti dispersi per l'Europa che lo riguardano... quindi sono diventata la sua biografa e... insomma lo considero mio); poi Andrea e Marino Loik (Andrea ha ora cognome Loriani italianizzato dopo l'esodo del nonno) perché è stato Andrea in carne ed ossa a voler ricostruire una storia tanto particolare e poco considerata in Italia ( anche perché suo padre non voleva che ricordasse il nonno... abbiamo combattuto insieme per la sua memoria) e Rachele (perché è la proiezione al femminile di un Andrea Loik anziano che ritorna a Fiume... Andrea non ci è mai stato e durante una lezione a scuola mi ha chiesto "Come sarebbe stata là per me?". Non avevo una risposta razionale, allora ho inventato il racconto Fiume di stelle rosse).
Qual è stato il momento che ti ha fatto dire "Basta, scrivo un libro"?
Il momento è stato tre anni fa (anche se ci lavoravo da dieci anni), a seguito di un lutto e questo mi ha fatto capire che i sogni hanno una scadenza e bisogna consumarli, così ho editato il mio primo enorme saggio storico sul ruolo di Fulvio Balisti come capo della Segreteria Speciale di d'Annunzio a Fiume, dopo aver avuto tra le mani documenti inediti. Era la mia occasione e l'ho colta... tra l'altro Balisti è anche uno dei protagonisti dei racconti di FAR EST & DIKIY OVEST.
I tuoi studenti sembrano fantastici. Hanno partecipato molto alla tua ricerca, credo di aver capito. Come hai creato un rapporto così coinvolgente?
Con alcuni dei miei studenti si è creato un grande rapporto di fiducia... con loro sono sempre stata molto generale e stakanovista, ma li ho coinvolti in progetti storici e ho sempre valorizzato le loro doti che esulavano dalla frequentazione di un istituto tecnico meccanico-armiero. Poi forse... è bastato ascoltarli... con il disegnatore Mattia il rapporto è stato molto particolare e di grande fiducia: per toglierlo da una classe di pazzi piromani follemente animaleschi ha accettato di farsi bocciare! Per essere inserito nella classe di Andrea e degli altri. Per un ragazzo di 16 anni è stata una sfida grande da accettare, ma ora lui e i genitori mi ringraziano sempre per averli consigliati in tal modo. Un anno che vale una vita, credo.
Quali sono gli autori che ti hanno più influenzata nel tuo percorso?
Allora, sono diversissimi ma centrali per me. Uno è Erri de Luca per la capacità di creare immagini, l'altro sicuramente d'Annunzio per la sintassi che ammetto risulta spesso ampollosa... ma... mi piace assai.
Da dove è nata la tua passione per la storia?
La mia passione per la storia è nata insegnando (perché io sono una filologa, che poi ha deciso anche di insegnare con convinzione oltre che a studiare e ricostruire testi). Certo facendo lettere si studia storia, ma la mia passione era principalmente la lingua e la letteratura latina... con predilezione al poema epico (che giovinezza sbandata!).
Cosa ami e cosa non sopporti del tuo libro?
Amo del mio libro la capacità in poche pagine di creare immagini forti, di rendere visibili le scene di dar forma al pensiero, poi il neo grande della raccolta è che anche se ti danno un commento positivo, anche nei blog ti scrivono che "È un libro per pochi". Questo mi fa andare via di sentimento, perché l'intenzione è che fosse divulgativo... poi mi rendo conto che se una persona non ha avuto accesso a contenuti della storia balcanica o in generale non è molto appassionato di storia magari ha bisogno di un supporto. Ho dovuto per esempio ovviare indicando di leggere questo libro dopo gli altri due: Capitano Balisti e Quel che resta del regime, dedicato alla storia romena sotto la dittatura, anche questo illustrato da Mattia Frialdi.
Come hai affrontato la pubblicazione e con chi?
Ho affrontato la pubblicazione, anzi tutte le pubblicazioni, partecipando a concorsi letterari. La raccolta FAR EST & DIKIY OVEST ha avuto una pubblicazione grazie alla partecipazione al concorso Nobokov 2019. La casa editrice, che è poi la medesima degli altri due testi, ovvero la Elison Publishing mi ha proposto la pubblicazione ebook e mi fa servizio stampa per la pubblicazione cartacea. All'inizio la mole di revisione per stare nei format pre-impostati dalla casa editrice è stato enorme se consideri anche le tavole a disegno... poi pian piano tutto si è sistemato al meglio. Sono stata seguita con estremo rispetto e anche la scelta della copertina creata da Mattia Frialdi è stata accolta con grande interesse.
Com'è stata la tua esperienza con il premio letterario Nobokov 2019?
La mia esperienza coi premi letterari è positiva. Da ormai una decina di anni partecipo a premi con ottimi risultati. Il premio Nobokov mi è stato consigliato dalla casa editrice stessa con cui avevo già pubblicato il saggio mattonazzo su Balisti. Per Mattia è stato un momento di grande gioia e questo mi ha fatto vivere il premio con più determinazione, soprattutto per lui perché credesse in se stesso. Stasera sarà connesso mentre in diretta con Andrea Loik leggerò proprio il racconto a lui dedicato... dedicatorio, personaggio e lettore in carne e ossa.