Storia dedicata a Ivan (@i.dapiz)
Parole: vacanza, pipistrello, tv, botola, patate
Nonno Gennaro era un tipo burbero e di poche parole. Non soffriva proprio il rumore, soprattutto se provocato da tre bimbi urlanti che giocano in giardino. Quando era tranquillo si sedeva sul suo bel divano e guardava il suo programma preferito, non dando conto a nessuno, ma erano guai se si osava disturbarlo nel suo momento meditativo. Se uno dei suoi nipoti si fosse fatto male giocando, o se avesse fatto i capricci, sicuramente lo avrebbe rincorso con le ciabatte urlando “Così impari a fare casino! Se ti prendo, vedi come ti faccio male io!”. Era un nonno particolare, ma tutti perdonavano i suoi comportamenti un po’ sopra le righe, visto il suo triste passato. Sua moglie era morta giovane, aveva appena trent’anni e da allora Gennaro non era stato più lo stesso. Beveva, trascorreva le sue giornate steso sul divano, o usciva per lunghe passeggiate. Nessuno sapeva dove andasse, forse in qualche luogo isolato conosciuto solo da lui.
Io e i miei fratellini, Samuele e Remo, ci divertivamo molto quando andavamo in vacanza alla sua casa in campagna. Spesso gli facevamo scherzi stupidi, come suonare il campanello e nasconderci, oppure urlare da sotto la finestra, per poi scappare a gambe levate e tante altre piccole cose che lo imbestialivano. Il nonno ci doveva odiare e forse è per queste ragioni che ci chiamava “Piccole bestie di Satana”. Noi eravamo bambini d’altronde, ci divertivamo con poco e facevamo un gran baccano. Non ci aspettavamo che nonno Gennaro potesse nascondere qualcosa, per noi era solo il nonno cattivo che non ci sopportava.
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