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L'amore perduto e dai giovini ritrovato



Vi erano in un tempo lontano, un fabbro ed un falegname, Che a colpi di parole si battevano; le lingue come lame:

Il fabbro urlava l'inutilità dell'altrui lavoro; Il falegname ribatteva la stessa cosa. "Dai miei amici farò ripeter in coro quanto inutil sia lavor del quale vanti in maniera smaniosa".

Il falegname gli andava contro, ripetendo: "Come osi insultarrmi, quando il tuo lavoro perde ogni scontro? Il mio è il miglior, non per vantarmi".

Tanto fu il rancore accumulato, che nel loro litigio tutti, amici e famiglia avrebbero contagiato, e la città fu scissa dai due nemici.

Così pensarono i loro figli e, qualche anno dopo, i figli dei loro figli. Com'era lor iniziale scopo.

Quando, un giorno, due giovani, provenienti dagli opposti lati, al costo di esser considerati insani, col tempo, si erano innamorati.

Chiunque in città era cosciente dell'eresia; Li cacciarono frettolosamente, furiosi della lor armonia. Così chiusa era la loro mente!

I due giovini, il cui cuore era forte, ritornarono in paese, coraggiosamente. Non temevano la morte, predicando l'armonia pacificamente.

Le ostilità non cessarono e i due giovani innamorati, dai cittadini, che nell'odio sprofondarono, vennero condannati ed impiccati.

Il loro sacrificio, per quanto terribile, non fu vano, né le percosse, perché, quando la gente vide il lor gentile, giovane, cuore, si commosse.

Persin i due iniziali litiganti si ritrovarono a farsi dei complimenti. Si convinsero ad andar avanti, il lor lavoro non era più problema nelle loro menti.

I giovani innamorati, coraggiosi e di buon cuore vennero per sempre ricordati. Così in città avean riportato l'amore.

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