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La maga d'inchiostro - Cap. 9: Il racconto di Amanda


«Tu cosa ricordi di dieci anni fa? Sai cos’è successo e perché i dimenticati ci perseguitano?»

Amanda fece un sospiro e guardò i suoi fiori, come per chiedere nuovamente consulto.

«Ricordo che avevo appena aperto il negozio, era l’alba, e ho percepito qualcosa. I fiori si sono messi a cantare… era un canto malinconico, che non sentivo da quando è morto mio padre, pace all’anima sua. Forse anche peggiore. Sentii che stava accadendo qualcosa di brutto e uscii dalla serra, per fare qualche domanda in giro. Fu allora che mi resi conto che per strada non c’era nessuno. Bussai a qualche porta, ma non ottenni risposta. Era strano che non ci fossero nemmeno i miei amici più mattinieri. Così mi mossi verso il centro del paese e mi resi conto che il cielo si stava scurendo. Alzai lo sguardo e vidi dei minacciosi nuvoloni neri sorvolare velocemente la piazza. Partivano dalla cima della collina. Poi ho rimosso cosa successe in quel momento. Ricordo solamente che mi risvegliai da quella trance grazie a un’esplosione e mi accorsi che uno di quegli… esseri… uno di quei demoni mi aveva presa e mi stava… Non ne sono sicura. Mi è sembrato avesse la forma di una grossa lumaca».

Maggie si accorse che stava trattenendo il respiro e riprese a respirare lentamente. Amanda stava tremando.

«Le nubi, che erano scese dal cielo e avevano occupato tutta Arna, si allontanarono grazie al suono delle esplosioni. Ho dei vaghi ricordi di quel momento, ero spaventata» l’anziana fece una breve pausa «E così, all’improvviso, mi resi conto di non essermi mai spostata dalla serra. La peggiore visione che abbia mai avuto fino ad oggi, se si è trattato di una visione. Non lo so. È tutto ciò che ricordo di quel giorno. In quei giorni di fuoco, in cui gli attacchi erano costanti, tutti i miei amici sono scomparsi. Da allora non sono più uscita di casa. Avevo timore di uscire e di provare di nuovo quella tremenda sensazione di… vuoto, che ho provato quando mi avevano presa».

«Mi dispiace per quello che è successo» la maghetta era rimasta in religioso silenzio, per assicurarsi di non perdere una sola informazione.

«Oh, non è colpa tua tesoro. Dispiace anche a me, ma bisogna andare avanti, la vita è così».

Maggie si distrasse un secondo a osservare una pensilina dalla quale scendevano le foglie di una graziosa pianta rampicante.

«Anche io ho avuto una… visione. Almeno, credo che fosse una visione».

La sua affermazione attirò immediatamente l’attenzione di Amanda «Una visione, di che tipo?»

«Io… bè, ho visto un ragazzino. Credo di averlo già visto in passato, credo fossimo amici. Ad un certo punto siamo entrati in contatto e ho visto… qualcosa. Mi sembravano delle sagome. Due persone stese a terra. Ho avuto paura e sono corsa a casa»

«Quando è successo?» le chiese l’anziana.

«Questa sera… quando sono tornati. Mi chiedevo… potrei aver visto il futuro? Qualcuno che è in pericolo?»

«Tesoro… nessun mago o maga, nemmeno il più saggio o il più potente, può vedere il futuro»

«Allora che cosa può ess-».

All’improvviso la porta si aprì e David fece capolino.

«Posso entrare? Chiedo scusa, ma mi avete fatto preoccupare, aspetto da venti minuti. Non mi andava di restare seduto a girarmi i pollici».

Amanda sorrise «Certo, perdonami. La mia memoria da vecchia vacilla. Ho perso la cognizione del tempo»

«Cosa sei? Una specie di guardia del corpo, che non mi puoi lasciare sola un attimo?» rispose Maggie, scocciata per l’interruzione.

David sbuffò «Da dove viene tutta questa acidità? Ti stavo solo aiutando a trovare tuo padre».

Maggie mise il broncio.

«Bene, se vuoi rimanere rimani. Vado a cercarlo senza di te» David si avviò all’uscita.

«Ehi… Aspetta! Scusa Amanda, devo andare»

Amanda la prese per un braccio per attirare la sua attenzione «Mi raccomando, stai attenta» e fece un gesto con la testa, come a indicare qualcosa.

Maggie annuì e seguì David. Lui aveva bleffato, perché la stava aspettando alla porta. Lei gli tirò un coppino.

«Non lo fare mai più»

«Che cosa?»

«Non fingere di andartene così».

David sorrise. Uscirono dalla casa e si allontanarono un poco.

«Allora, che ti ha detto la vecchia strega?» per qualche ragione lui sembrava sulla difensiva.

Nel frattempo Gunniver era sparito, “Sarà andato a procacciarsi del cibo” aveva pensato Maggie.

«Mi ha raccontato di come ha vissuto il primo attacco dei dimenticati. Era orribile da ascoltare»

«E c’era il bisogno di dirlo solo a te?» ribatté David pungente.

«Ah, no… ha voluto parlarmi da sola per un’altra faccenda. Una sua visione di oggi pomeriggio».

«Capisco»

«Perché mi sembri infastidito?».

David scosse la testa «Niente. È che quella lì non mi piace».

Maggie rimase basita da quella affermazione «Perché? A me sembra una brava persona. È anche amica di mia madre»

«Mi dà fastidio che mi abbia tenuto fuori dalla conversazione. Quei demoni che perseguitano la città, perseguitano anche me, non solo te»

«Mi ha solo detto di aver avuto una visione, dal punto di vista dei dimenticati»

«E quindi?» continuò lui visibilmente arrabbiato.



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