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"Ambra celeste", di Maurizio Matassi - Recensione

Aggiornamento: 16 set 2019


Ambra celeste

“Ambra celeste” è un racconto fantastico che prende ispirazione dal mondo creato da Emilio Salgari, reinterpretandolo in chiave steampunk. Nel caso non conosceste bene di che genere sto parlando, lo steampunk è un filone di narrativa fantastica caratterizzato da tecnologie anacronistiche poste all’interno di un’ambientazione storica (o ucronica).

Il libro narra dell’avventura di Émile Saint Jacques e Carlotta dal Lago, inviati in missione sull’arcipelago celeste di Kourang alla ricerca di un minerale misterioso, in grado di sostenere l’intera isola in aria, violando la legge di gravità: l’ambra celeste.


Brooke proseguì: «Dovete sapere che un pollice cubico di questo minerale, a seconda del suo grado di purezza, può sostenere un peso che va dalle diciotto alle cinquanta, sessanta libbre. Ciascuna di quelle cassette rinforzate pesa poco più di una libbra ma, per poter trasportare il minerale…»

L’esplorazione steampunk di Matassi è molto interessante. Non ho mai avuto occasione di leggere i racconti di Salgari, nonostante ciò l’autore è riuscito a suo modo a farmi immergere in quell’atmosfera esotica. Lo steampunk mi ha sempre affascinata. Il mare non è più fatto d’acqua, ma d’aria. Immaginarmi di volare su un’aeronave insieme ai protagonisti è stata una bellissima esperienza. La scrittura di Matassi è permeata di Ottocento in ogni riga, rimanda fortemente alle narrazioni tipiche di quell’epoca. Si nota il tentativo di accostare questo stile agli elementi dello steampunk, una sperimentazione vincente, secondo me.

Matassi dimostra la sua bravura soprattutto nella descrizione delle scene d’azione, cosa che solitamente non è semplice. Non mi capita spesso di leggere questo tipo di scene così ben costruite, nel caso di “Ambra celeste” sono curate nei minimi dettagli. Vi sembrerà di guardare un film, se non di stare assistendo in prima persona all’azione dei due protagonisti. Si capisce da subito l’abilità dello scrittore, che combinata a un genere letterario non comune in Italia risulta di forte impatto. I personaggi sono caratteri tipici dei racconti romantici, credo che in questo Matassi potesse spingersi un po’ oltre, ma li ho trovati comunque simpatici nella loro semplicità.

È un libro che cattura l’attenzione fino alla fine. La copertina tra l'altro è stupenda, me ne sono innamorata. È coinvolgente, soprattutto perché le scene d’azione – che sono un po’ il motore del libro stesso – sono ben congeniate.


Spero davvero che l’autore continui a scrivere questo genere, rendendoci finalmente fieri di uno steampunk tutto italiano.





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