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La maga d'inchiostro - Cap. 6: Corrompere con i biscotti

Aggiornamento: 24 dic 2019



«Sono tornati. Ho sentito il suono dei petardi».

L’espressione di sua madre parve non cambiare, era difficile capire cosa stesse pensando.

«Non dire sciocchezze. Si saranno sbagliati. Con tornati intendi proprio quella cosa?» la bocca della donna si torse per un momento in una smorfia indecifrabile.

«Sì, intendo quello» rispose Maggie, turbata dalla reazione della madre, che in genere era propensa a crederle anche per le affermazioni più stupide.

«Hanno lanciato i petardi, dici? Io non li ho sentiti»

«Forse stavi ascoltando la radio in quel momento. È successo più o meno alle sei del pomeriggio… A quell’ora non c’è il tuo programma preferito?».

Sua madre si passò una mano tra i capelli, incerta. Rivolse lo sguardo alla finestra, scuotendo leggermente la testa.

«Mamma?» Maggie cercò di attirare la sua attenzione, vedendola con lo sguardo perso nel vuoto «Si può sapere perché non mi credi?».

Improvvisamente sentì la rabbia risalirle le braccia, come un parassita, fino ad arrivare alla testa. Si sconvolse anche lei quando tirò un pugno sopra il tavolo. Non lo aveva mai fatto prima di allora, si sentiva come posseduta da uno spirito infuriato.

«Mamma!» urlò.

Sua madre la guardò colta di sorpresa «Sei impazzita?»

«Ti sto solo dicendo che i Dimenticati sono tornati e tu non mi credi. Ti sembra normale che una madre non creda alla figlia!?» sputò con rabbia la ragazza. Sentiva qualcosa pesarle sul cuore, qualcosa che la reazione della madre aveva scatenato. Le erano tornati alla mente gli occhi del ragazzino, la visione che aveva avuto e non riuscì più a trattenersi.

«Dovete dirmi che cosa sono e perché vi fanno tanta paura! Non pensate che debba sapere anche io che pericolo stiamo correndo? Cosa succede a chi esce dal paese e non torna più? Perché non possiamo vivere una vita normale come tutti gli altri?» era sull’orlo delle lacrime.

Sua madre la osservò sconcertata, aspettando che si calmasse, poi si avvicinò e l’abbracciò. Maggie non oppose resistenza.

«Mi dispiace di non saperti dire di più. I Dimenticati sono sempre stati un mistero per noi. Non sappiamo cosa succeda là fuori quando tornano. Sappiamo solamente che le persone spariscono. Basta venire a contatto diretto con una sola di quelle creature e in poche ore svanirai. Non so se ci uccidano, o se ci rapiscano. Quello che è certo è che vogliono qualcosa da noi. Nessuno sa quale sia il loro reale obbiettivo»

«Se non sapete nulla su di loro, allora come fate a sapere che hanno paura dei petardi e del fuoco?» Maggie era più tranquilla, anche se ancora qualche lacrima sgorgava dai suoi occhi lucidi.

Sua madre la fissò con i suoi grandi occhi azzurri e le accarezzò i capelli.

«È stata un’idea… di tuo padre» mormorò «Non so come ci arrivò. So solo che funzionò».

Maggie decise di staccarsi da sua madre «Vado a cercarlo. Io devo saperlo mamma. Devo sapere cosa mi nasconde».

Sua madre non si oppose, ma la supplicò di non allontanarsi troppo da casa.

Maggie uscì, senza pensarci due volte. Varcò la soglia con Gunnie che le si appollaiò sulla spalla. Siccome suo padre non rispondeva al cellulare, non aveva molta scelta: avrebbe fatto visita a tutti i suoi clienti abituali, per trovarlo prima.

Non fece in tempo a chiudersi la porta di casa alle spalle, che comparve David, il figlio del vicino, fermo come uno spaventapasseri davanti all’entrata.

«Ehi Maggie! Come va?»

«Potrebbe andare meglio. Che ci fai qui?»

«Niente, stavo facendo due passi e…»

«Ti ha chiamato lei, non è così?»

David sorrise e le mostrò un bigliettino stropicciato. La calligrafia era quella di sua madre.

«Mamma… sei sempre la solita».

Sua madre aveva il potere di muovere oggetti con la forza del pensiero. Probabilmente quel biglietto l’aveva scritto con la magia mentre la consolava. Nemmeno Maggie conosceva appieno le capacità magiche di sua madre. Il biglietto sarà volato via fino al tavolo, o al sofà del destinatario.

«Carissimo David, so che tuo padre al momento è impegnato. Visti i recenti avvenimenti, potresti tenere d’occhio Maggie per me? Un bacio, Diane. PS: Sto preparando razione doppia di biscotti al burro. Sarai adeguatamente ricompensato.» la giovane maga sospirò. «Tipico di mia madre corrompere le persone con i biscotti».

David era un ragazzo lungo in altezza e stretto in larghezza, di solito vestiva sempre con abiti troppo larghi per lui. Probabilmente era difficile trovare la sua taglia nell’unico negozio presente in paese. Maggie ricordava che alle elementari appariva buffo e un po’ goffo. Spesso sua madre gli faceva a maglia cappellini, calze, sciarpe, anche magliette di lana. Si sbizzarriva soprattutto a Natale. Viso squadrato, occhi castani dalla linea sottile e un naso dritto dalla radice imponente, dall’aspetto greco. Da sempre un bravo ragazzo, un po’ strambo, ma simpatico e gentile.

«Bene, David. Visto che mia madre ci tiene, verrai con me. Ma ti avverto che sarà una passeggiata molto noiosa» detto ciò fece uno scatto in avanti, costringendolo a seguirla di corsa.

«Dove stai andando, se è lecito saperlo?»







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