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"Pandemonium", di Alessandro Lorenzo - Recensione

Aggiornamento: 23 lug 2019



Ho finito da poco la lettura del libro e devo ammettere che, a caldo, l’impressione è molto positiva. Pandemonium, Cronache degli angeli caduti è un urban fantasy molto carino. Tratta della tematica angeli vs demoni in modo creativo. Non sono mai stata amante del genere, ma ammetto che questo libro è riuscito a catturare la mia attenzione.

I protagonisti sono tre ragazzi, appartenenti all’ordine angelico dei Blacklist, incaricati di dare la caccia ai demoni. Credo che il primo protagonista sia, senza dubbio Elia Vaivern, il nefilim del gruppo. Un personaggio visibilmente amato dall’autore, siccome gli viene dato davvero molto spazio nel romanzo, e anche dal lettore (è senza dubbio il mio personaggio preferito). Per non parlare del suo famiglio gatto, Iris, che è simpaticissima. Il modo in cui ci vengono presentati all’inizio questi due personaggi è cruciale, perché ci fa legare immediatamente con loro. Elia è diventato un mercante di Altana (un materiale molto utile alle schiere angeliche), per rifuggire dal suo reale compito: era in origine uno dei più forti cacciatori di demoni, ma a causa di forti traumi si è distaccato da quel lavoro, tornando a farlo solo quando sarà richiesto il suo aiuto. Il titolo “Pandemonium” fa riferimento al palazzo reale del Diavolo, luogo che i protagonisti dovranno raggiungere, fra mille peripezie.

L’atmosfera iniziale mi ha ricordato uno Shadow Hunters ambientato a Milano, soprattutto il quartier generale dei Blacklist. Proprio di Milano l’autore farò una descrizione appassionata:


Era straordinariamente bella, piena di vita a qualunque ora del giorno o della notte, caratterizzata da musei unici al mondo, parchi sconfinati, centri commerciali, locali di ogni stile e gusto. Una città perennemente in movimento dove nascevano nuove idee, tendenze, mode e stili creativi che poi si propagavano nel resto del mondo.

Mi è piaciuto molto il modo di scrivere dell’autore, togliendo i frequenti errori di battitura, probabilmente dovuti a una correzione di bozze insufficiente. Mi sono stati un po’ antipatici anche i cognomi degli arcangeli (gli arcangeli hanno davvero bisogno di cognomi?), che più che ebraici, o italiani, mi sembravano anglosassoni. La scrittura di Lorenzo è molto immediata e scorre come un fiume in piena. Le ore trascorse su questo libro quasi non si percepiscono, è molto divertente da leggere. Le battaglie sono appassionanti, le descrizioni delle opere d’arte e degli edifici sono minuziose. Davvero un bel lavoro, nel complesso.

I personaggi ti fanno affezionare, sono riconoscibili per le loro caratteristiche e i loro poteri, spesso le loro gag mi hanno strappato una risata. È un libro sicuramente adatto anche a un pubblico di ragazzi.

Vorrei mettere ancora più in evidenza la bellezza delle battaglie in questo libro: gli scontri sono davvero avvincenti, quasi realistici (per quanto possa essere realistica una battaglia tra angeli e demoni), riesci a percepire la fatica, l’ansia che provano i protagonisti. Desideri vederli vincere, rimanendo spiazzato dalla fatalità con cui vengono colpiti e da come vengano giustamente frenati dalle loro ferite. Non sono invincibili, come ci si aspetterebbe da delle creature mitologiche, ma sono reali, tangibili e questa cosa mi è piaciuta.


L’arcangelo sollevò la mano e immediatamente delle violente raffiche di vento cominciarono a fendere l’aria come coltelli, nello stesso istante tre demoni morirono come se fossero entrati in una trebbiatrice, provocando ovunque schizzi di sangue nero.

L’inferno dantesco viene ricostruito in un modo creativo e interessante. Ho apprezzato molto come vengono disegnati i mostri che lo abitano, i demoni più disparati, dalle forme più inquietanti. Anche se mi sarebbe piaciuto vedere più creature con il fascino e la mostruosità di Superbia. Spero si vedano altri peccati capitali nei seguiti, perché nelle loro descrizioni si legge tutta la creatività dell’autore.

Una cosa divertente è che durante la storia ci viene fatta intendere la presenza di una spia tra gli angeli e, nonostante i tentativi di celare la sua colpevolezza da parte dell’autore, ho intuito immediatamente (alla sua comparsa) quale fosse il personaggio incriminato. Non per mia particolare capacità logica, ma perché la situazione intorno a quel personaggio era effettivamente surreale. Questo è un elemento che mi ha coinvolta molto nel libro. Il fatto che un libro ti invogli a speculare sull’identità di un personaggio, indica il coinvolgimento che provoca nel lettore.


Elia si passò una mano sul viso e si tolse il muschio vischioso espettorato dal Cerbero a denti stretti «Rischiare di morire ogni secondo, patire la fame, la sete e la stanchezza va bene ma farmi sputare addosso da un segugio infernale proprio non lo tollero» disse il ragazzo pulendosi meglio che poteva.

Vedo delle buone potenzialità in questa serie. Spero che con i prossimi libri l’autore abbia modo di sperimentare ancora meglio, di migliorarsi e ricercare quella creatività che rende i suoi pezzi unici. Spero inoltre che i prossimi volumi diano le risposte a domande lasciate in sospeso, a esempio su chi sono i Regis e perché sono una famiglia così importante per gli angeli. L’unica cosa a cui sono riuscita a pensare sentendo questo nome è il Re Regis di Final Fantasy XV.






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