Storia improbabile di un nerd, che dire, penso che nessun libro mi abbia mai impegnata tanto prima d’ora.
Premetto che il 2020 è stato un anno ricolmo di complicanze, perciò il mio ritardo di mesi è dovuto soprattutto a questo. Sono stata colta da un terribile blocco dello scrittore e del lettore, che mi ha costretta ad allontanarmi dal blog, o da qualsiasi contenuto creassi prima che succedesse questo patatrac. Per non parlare della depressione dovuta ai diversi lockdown e agli altri traumi provocatimi da quest’anno, che signora Fletcher spostati. Davvero, mancava solamente un meteorite, un’invasione aliena o magari il tanto atteso ottenimento del pollice opponibile da parte dei felini. In quel caso sì che saremmo stati fregati.
Con questo tono scherzoso, ma anche molto stanco, mi accingo a parlare del libro di Elia Migliozzi, giovane studente di medicina ferrarese, molto appassionato di mitologia. Infatti, il libro è pregno di riferimenti a miti appartenenti alla mitologia cristiana, greca, giapponese, norrena e così via. Si tratta di un urban fantasy, nel quale non mancano angeli, demoni, kami e divinità appartenenti a varie leggende.
Il protagonista è Ryan, anche lui studente di medicina, nerd, nichilista e con seri problemi ad approcciarsi alle donne. Fin da subito, il protagonista ci appare come un personaggio simil melodrammatico: è coraggioso oltremodo, non tiene per nulla alla sua vita e si getta stupidamente in combattimento per proteggere i suoi amici, costringendo sempre gli altri personaggi a salvarlo. Un cavaliere senza macchia e senza paura, insomma, che però in combattimento è meno utile di un fazzoletto bianco gettato sul fango.
In sostanza, Ryan è l’osservatore tramite il quale il lettore ha occasione di conoscere gli altri personaggi e di vivere un’avventura grandiosa e bizzarra.
Tutto inizia quando il protagonista sogna Aesdeth, una donna bellissima la cui identità si scoprirà più avanti nella storia. Di conseguenza incontrerà per la prima volta i demoni e gli angeli. Questi ultimi diverranno suoi cari amici: ovvero Ace, Gylfi e Velvet, la sua Custode.
La storia è raccontata con toni ironici e leggeri, spesso nei dialoghi si avverte una vena trash volontaria. Ad esempio la propensione di Ace a dire spesso “cool” nelle sue frasi, oppure pezzi in cui l’autore rompe la quarta parete, come:
Questo bambinone insistente, oltre ad avere un feticismo ostentato per i muscoli, amava portare un berretto nero con cucito sopra un piccolo orsacchiotto rosa, per nascondere la carenza di capelli, fonte di vergogna estrema per lui. Se vi state chiedendo cosa ci faceva una berretta con un orsacchiotto rosa nel medioevo, beh mi dispiace dirvelo ma il Paradiso, se non l’aveste capito, è miliardi di anni luce tecnologicamente più avanti di noi… Il perché combattano ancora con spade e coltelli, non ci è dato sapere… Ma almeno hanno gusto per i cappelli.
Per non parlare della battle royale tra varie entità sovrannaturali che avviene a un certo punto. Questo racconto mi ha fatta fare grasse risate. Sicuramente è un libro simpatico e intrattenente, ricco di svolte narrative interessanti. Nonostante il protagonista venga sballottato da una parte all’altra tramite i suoi compagni di viaggio, dimostra di avere carattere e di essere più profondo di quanto non sembri.
Nel libro ci sono però molti punti dolenti che devo citare, perché si sono dimostrati un vero impedimento per la lettura.
Partiamo dall’impostazione del testo. Una cosa che rende davvero complicata la lettura sono i dialoghi appiccicati l’uno all’altro. È davvero difficile capire quale personaggio stia parlando a volte, se non, in alcuni casi, attraverso i suoi intercalari. Risulta difficile immaginare qualcuno che si sia messo effettivamente davanti al testo per correggerlo, perché da questo punto di vista non sembra esserci stato molto lavoro. Pare che l’editore abbia copiato e incollato il testo nell’editor d’impaginazione e abbia detto “Buona la prima!”. Il testo è pieno di refusi e le frasi vengono quasi sempre invertite – per esempio: “Fu stupito da questa proposta il demone.”, al posto di “Il demone fu stupito da questa proposta.”. A lungo andare l’occhio ci fa l’abitudine, ma rimane sempre un importante elemento di disturbo per la lettura. Nel mio caso ha contribuito molto a rallentarla.
Ci tengo ad aggiungere che non nutro particolare simpatia per la casa editrice che ha “pubblicato” il libro. Perciò eviterò di citarla.
Il libro si conclude con un finale aperto, ciò mi fa presupporre che sia il capitolo iniziale di una saga. Vorrei quindi dare qualche consiglio all’autore per i prossimi volumi:
· Cura meglio il testo. Penso sia fondamentale per ogni scrittore dare più riletture e correzioni al proprio testo, farlo leggere ad altre persone che siano disponibili a fare da beta-reader e, nel caso ci siano i fondi, magari farlo anche controllare da un editor professionista.
· Scrivi di meno. So che sembra stupido e può dare l’idea di limitare la creatività di un artista, ma un consiglio spassionato che voglio dare è quello di dividere i libri in volumi più brevi. Lavorare di più magari all’abbreviazione di alcune frasi troppo lunghe e quella di descrizioni inutili – la tendenza a complicare eccessivamente i paragrafi è un problema che accomuna tutti gli scrittori ed è la ragione per cui molti studiano come rendere un testo più sintetico, ma allo stesso tempo efficace e più facile da leggere. Sì, vale anche per la narrativa.
· Fai attenzione ai dialoghi. Mettiti nei panni dei tuoi personaggi: diresti davvero quella cosa in quella maniera se fossi in lui? Spesso risulta un’operazione importante per strutturare dei dialoghi credibili. Ad esempio: se un personaggio è terrorizzato riuscirà appena a biascicare qualche parola sconnessa, non reciterà un discorso complesso dicendo effettivamente tutto quello che vorrebbe dire. Soprattutto, è bene ricordarsi di dare un “a capo” ogni volta che il dialogo passa da un personaggio all’altro, per rendere più scorrevole la lettura.
In conclusione, Storia improbabile di un nerd è la storia di un ragazzo nerd che viene trascinato da una serie di eventi in un’avventura sovrannaturale decisamente più grande di lui. È un personaggio che, in questo libro, appare piuttosto statico. Non subisce una chiara evoluzione, l’unica sua forza è costituita dai suoi amici che lo proteggono da ciò che è pericoloso. Alla fine del racconto veniamo lasciati però con la speranza che nei prossimi volumi il “misero umano” possa acquisire una nuova forza, magari ottenendo una capacità, o un potere sovrannaturale che possa permettergli dare significato alla sua vita. L’autore è bravo a mantenere alta la suspense e riesce a gestire abbastanza bene le varie sottotrame. Anche se mi è dispiaciuto che non abbia dato ancora spazio a quella di Jurmurum, l’ascia “ammazza-dei” di Gylfi, palesemente è appartenuta alla mitologia norrena. Immagino che Migliozzi voglia dare spazio all’arma in uno dei capitoli seguenti, in cui probabilmente tratterà proprio i miti del Nord.
È un libro con non pochi problemi, ho avuto bisogno di una grande pazienza per terminarne la lettura, che però è anche in grado di darti soddisfazioni. Quando ho raggiunto l’ultima pagina mi è dispiaciuto scoprire che la storia finisce con l’inizio di un nuovo viaggio. Ero curiosa di vedere la liberazione di Aesdeth, o di osservare Ryan rendersi finalmente utile – non solo in maniera passiva. L’unico momento in cui il protagonista si muove per sua scelta è quando salva la vita a Malice, la kami per cui ha palesemente una cotta, facendolo consapevole che dovrà sacrificare la propria vita. Costringendo la sua Custode a salvarlo nuovamente dalla sua avventatezza. Mannaggia a te Ryan!
La mia speranza è che questo personaggio possa diventare qualcosa di più: trovare una ragione per vivere, qualcosa che è davvero bravo a fare, evitando così di mettersi sempre nei guai e risultando finalmente utile ai suoi compagni di viaggio, cosa che al momento pare impossibile, considerando che si trova costretto spesso a confrontarsi con creature a livelli troppo alti per lui. Sarebbe bello vederlo evolvere, renderebbe la sua storia più appassionante.
Stelline classifica personale:
★★★☆☆
Trama
Ryan è un nerd incallito, uno studente svogliato di Medicina e chirurgia e un appassionato di videogiochi. Da ormai molti anni ogni notte sogna sempre la stessa donna, una ragazza triste ma allo stesso tempo speranzosa, il suo nome è Aesdeth. E quando il sogno diviene realtà, la sua vita cambia davvero. Tra angeli e demoni inizia un viaggio avventuroso dove niente è come sembra. Un romanzo visionario e con una gran verve ironica, con l'eterna lotta tra bene e male e la loro inscindibilità, il concetto di personalità che nega la natura di un essere ("Non per forza un demone è cattivo e un angelo buono: è parlando con loro e ascoltandoli che si rivelano veramente per quello che sono"), il salto nel vuoto spinti solo dall'amore.
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