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Acqua: Orizzonte blu (1)



Immagini verdeggianti, lunghe file di alberi e vegetazione correvano fuori dal finestrino. All’orizzonte, era lì che Gaia, aguzzando gli occhi azzurri, riusciva ad intravedere le bluastre sembianze del mare. «Guardate là in fondo» fece notare alle amiche.

Elettra sorrise con i suoi denti bianchissimi. «Siamo quasi arrivati. Vai ad avvertire i ragazzi, Diana. Scendiamo tra due fermate» scosse i suoi corti boccoli neri.

Diana si alza velocemente dal suo posto per andare ad avvertire gli amici nell’altro scompartimento.

«Che figata. Finalmente vedo il mare» affermò Ilaria, con il naso incollato al vetro.

«Non l’avevi mai visto?» chiese Elettra con aria sorpresa.

Diana ritornò al suo posto. «Allora ragazze… perché non facciamo un bel giochino?»

«Adesso? Tra poco dobbiamo scendere» rimbeccò Elettra.

«È un giochino semplice semplice» Diana le fece i suoi tipici occhi dolci. I suoi occhi verdi chiari le facevano ottenere qualsiasi cosa. Erano in perfetta combinazione con i suoi lunghi capelli lisci e rossi.

Elettra si immusonì. «D’accordo. Ma che sia un gioco veloce»

«Andiamo, Ele, sono due fermate, mancheranno almeno una ventina di minuti. C’è tempo» aggiunse Gaia, divertita all’idea di giocare.

«Che tipo di gioco è?» chiese incuriosita Ilaria, che aveva spalancato gli occhi castani. Aveva sempre amato giocare.

«Molto semplice» affermò guardando Elettra e poi girandosi verso le altre. «Adesso ognuna di noi dovrà inventarsi un personaggio» guardò Gaia. «Partendo da te» sorride.

«Un personaggio» Gaia aveva ancora lo sguardo fisso sul mare. Avvicinò la sua mano al mento, non per aiutarsi a pensare, ma più per calmare i brividi che avevano cominciato da qualche minuto ad invadere il suo corpo. «Che cosa dobbiamo dire di questo personaggio?»

Diana allungò la mano verso lo zaino e cominciò a rovistarvi dentro, fino a trarne fuori un’agendina purpurea. «Allora…» recuperò una penna e cominciò a scriverci sopra. «Adesso ve lo scrivo… Dovrete dire: aspetto, all’incirca il suo carattere e passatempo» segnò questi dettagli su varie pagine dell’agendina, poi la passò all’amica.

«Okay» Gaia cominciò a delineare l’aspetto di una giovane donna: capelli biondi e lunghi, occhi grigi, carattere frivolo, arrogante, con un passato burrascoso e la passione per la danza classica. Una volta terminato il suo personaggio, passò l’agendina a Elettra.

«No… ragazze io non so giocare»

Diana la guardò male. «Ma come. Non sapresti inventarti un personaggio?»

«Non sono mai stata brava a questi giochi… mi hanno sempre detto che sono poco creativa»

«Sono tutte scuse. Prendi» Diana le porse insistentemente l’agendina.

«Non sto scherzando»

«Sì, certo. Vallo a dire a qualcun altro. Chiunque è in grado di fare questa cosa. È molto semplice»

Elettra prese in mano il quadernino e la penna. Guardò le amiche per qualche secondo e sospirò. Poi cominciò a concentrare la propria attenzione sul foglietto, senza scrivere nulla. Piano piano cominciò a scribacchiare qualche lettera, qualche parola.

«Vedi che ce la fai?» Diana sorrise e le fece la linguaccia.

Elettra chiuse l’agendina e la passò, quasi schifata, a Ilaria. Quest’ultima si gettò a capofitto nella scrittura del suo personaggio. Pareva non finire mai.

«Stai scrivendo un romanzo forse? Dai, che voglio leggere cosa ha scritto Elettra» punzecchiò Diana, che pareva molto divertita.

«Ti odio» sentenziò l’altra immusonendosi.

Gaia, nel mentre, aveva lo sguardo fisso all’esterno. Il movimento della selva le stava causando un consistente mal di testa, ma l’idea del posto ove erano dirette non le stava dando pace.

Ilaria terminò la scrittura e passò nuovamente il quadernino a Diana, che scrisse velocemente, come se avesse avuto già in mente ogni cosa da un po’ di tempo. «Perfetto» affermò infine, mettendosi in bocca la penna e strappando dall’agendina le pagine scritte.

«E adesso?» chiese curiosa Ilaria.

«Adesso li leggiamo» Diana fece una risata malvagia.

Elettra diventò rossa all’ultima parola. «No… no… aspetta. Non leggere il mio…»

«Perché?» Diana la guardò con sorriso sadico.

«Andiamo Elettra… È solo un gioco» affermò Gaia che, voltando lo sguardo all’interno del treno, aveva ottenuto quel fastidioso effetto delle macchie bianche negli occhi. Si strofinò con le mani per il fastidio.

«Non dovresti fissare il mare con questo sole. Ti accecherai, Sherlock» affermò Diana.

«Scusate. È che non so se riesco a sopportarne l’idea» sul volto di Gaia si intravide un velo di paura.

«Stai tranquilla e non pensarci»

Gaia storse le labbra. «Facile non pensarci… è una massa infinita d’acqua» tornò a guardare fuori non badando al fastidio causato dal forte sole.

Diana alzò gli occhi al cielo e si rivolse nuovamente a Elettra. «Bene, bene. Leggiamo il personaggio di Ele» ridacchiò.

Elettra, impanicata, tentò di rubarle il foglietto dalle mani, senza riuscirci.

«È un giovane e bell’uomo, capelli ricci e sorriso ammaliante, ha la passione per la pesca. E brava Ele. Vedi che qualcosa l’hai scritto alla fine?» Diana lesse con voce giocherellona. Ogni sua parola parve danzare allegramente fino alle orecchie delle altre.

«Con pesca ti riferisci alla pesca dei pesci, o ad una pesca… frutto?» chiese Gaia.

«Gaietta… ne avevo sentite tante, ma questa sì che è una battuta stupida» rispose Diana.

Nessuno rise alla battuta. Gaia nemmeno, era troppo impegnata a guardare fuori dal finestrino.

«Per attirare l’attenzione di Gaia, adesso leggeremo il suo» allungò la lettera finale, non smuovendo comunque l’attenzione dell’amica. «Allora: Una giovane donna, capelli biondi, occhi grigi, ti piacciono proprio gli occhi grigi né?Carattere frivolo, arrogante, con la passione per la danza»

«E chi è? La ragazza di Benjamin Button?» chiese Ilaria, scostandosi i capelli biondi dietro le orecchie.

«Non era proprio bionda… ma vabbè» aggiunse Gaia, senza il minimo tentativo di difendere il proprio personaggio.

«D’accordo… passiamo al personaggio di Ilaria. Oh, accidenti… quanto hai scritto?»

«Penso che sia meglio leggere prima il tuo» affermò Ilaria a denti stretti.

«Agli ordini bellezza. Il mio personaggio è: Un uomo maturo, capelli lunghi e grigi raccolti in una coda, occhi castani scuri, è un abile conversatore, gentile e appassionato dell’opera»

«Carino» affermò sorridente Ilaria. «Peccato che sia da sempre il personaggio della tua serie su Efp Fanfiction…»

«Poi era Elettra quella senza fantasia» la prese in giro Gaia, che aveva la testa dolorante appoggiata su una mano.

«Non importa che sia un personaggio inventato sul momento, o già esistente... va bene lo stesso» si difese Diana, cambiando discorso. «Adesso tocca a te» indicò Ilaria con lo sguardo.

«Sono proprio curiosa adesso» affermò accennando un sorriso Gaia.

Elettra nel frattempo si era ammutolita. Il gioco non sembrava proprio piacerle.

«Una ragazza nerd, capelli castani e occhi azzurri, carattere timido e allo stesso tempo scontroso. Ha pochi amici, tra i quali figura suo fratello maggiore, con il quale spesso gioca a League of Legends, quando i suoi genitori non sono a casa a rimbeccarle che dovrebbe studiare. Ama soprattutto i videogiochi horror fatti in Rpg Maker, i suoi preferiti sono… Madò, non finisce più!»

Ilaria ridacchiò compiaciuta.

«Si vede che Ilaria è una mente creativa… mica come noi» Gaia sorrise.

«D’accordo… e adesso che si fa?» aggiunse poi Ilaria, rivolta a Diana.

Prima che Diana potesse continuare a spiegare il gioco, venne interrotta da Elettra, che si stava già alzando. «Adesso dobbiamo scendere».

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