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"Avventura di un gatto" di Gaspare Burgio - Recensione

Aggiornamento: 23 lug 2019



-Oh cavolo! Cos’è stato?-

-E’ la goccia che volevi afferrare-, spiegò con stranimento Joker.

-Beh sì, suppongo di sì, che sia proprio quella. Oh perbacco!-, concluse, saltando ancora per lo spavento.

-Un’altra goccia-. Joker iniziava a capire l’andazzo.

“Avventura di un gatto” è un libro che non mancherà di farvi sorridere nemmeno alla sua apertura. Non senza criterio l’autore lo definisce “commedia felina”. Il protagonista che accompagnerà il lettore in questo divertente viaggio è Joker, un gatto di strada pronto a definirsi egli stesso “il re dei randagi”, ma che, dopo aver incrociato la sua strada con una giovane umana, riscopre un desiderio a lui nascosto da molto tempo: appartenere a qualcuno. Joker compie il suo viaggio alla ricerca di sé stesso, il suo viaggio per “raggiungere la luna”, per scoprire ciò che gli manca e ciò che lo renderebbe completo. Se c’è qualcosa che Gaspare Burgio riesce a trasmettere in questo breve libro è la continua contraddizione di Joker, che da una parte vorrebbe essere libero (quindi randagio), deluso dagli abbandoni subiti in passato, mentre dall’altra ancora spera di legare con qualcuno che lo comprenda e che possa essere la sua casa. Così mentre ridiamo dei comportamenti buffi dei felini che lo circondano, osserviamo l’avventura di un protagonista complesso, capace di offrirci quel lato umano che spesso tendiamo ad associare agli animali.

-E’ arrivato il tuo cuscino, io vado a controllare che la lavatrice giri ancora in senso orario. E’ un brutto vizio che non riesco a farmi passare.-

L’antropomorfizzazione della maggior parte dei personaggi felini è spesso caricaturale, tant’è che Joker spicca al confronto, con la sua umanità. Nel pezzo che ho trascritto all’inizio della recensione, abbiamo da una parte Leone, un gatto randagio che ha preso un po’ troppo sul serio la definizione scherzosa di “suddito” datagli da Joker, che è intento a osservare delle gocce d’acqua cadere al suolo. Un comportamento più collegabile alla sfera felina. Dall’altra parte c’è Joker, che lo osserva come farebbe un qualsiasi essere umano, quasi divertito dal ridicolo passatempo del compare. Il protagonista pare più un essere umano felinizzato, che un gatto umanizzato. Lo scrittore dipinge questa storia a tratti precisi ma che lasciano dello spazio per fantasticare sulle emozioni umane e quanto di queste possano effettivamente appartenere anche agli animali. Ogni spunto di riflessione è accompagnato sempre da comicità delicata e mai portata all’esagerazione, come su una tela coperta da sfumature tenui, ma impreziosita da un’ombreggiatura colorata e vivace.

Nella storia, l’umanizzazione dei felini, viene a sua volta paragonata a quella dei cani. Compaiono solo due esemplari canini durante l’avventura di Joker e notiamo subito la marcata differenza, passando da un gatto capace di intavolare discorsi, ad un cane che si pronuncia ripetendo ad ogni suono “Ciao”. Un espediente divertente per chi conosce la differenza tra i due animali e ne ride proprio per questa ragione. I gatti sono i padroni del mondo, altrimenti non sarebbero i veri proprietari della Città eterna e non avrebbero convinto la lupa a nutrire Romolo e Remo. Tralasciando le battute, si tratta di una commedia breve, ma costruita con molta cura. Vi è persino un momento in cui Joker ha modo di conversare con dei topi socialisti, di comune accordo con un suo simile, che gli porta del cibo per non essere costretto a dare loro la caccia all’interno della magione del suo padrone.

-Se gli porto io da mangiare non si mettono a rovistare per la villa e non devo dare loro la caccia.-

-E’ una forma di socialismo-, spiegarono i roditori. -No alla monarchia! Gatti e topi liberi contro le plutocrazie umane!-

Con un po’ di fantasia si possono trovare anche dei riferimenti a storie famose, nel mio caso ho scovato una piccola citazione a “Il signore degli Anelli”. Qui Joker è costretto a sorbirsi la compagnia di un gatto imborghesito e un po’ cleptomane. È stato esilarante.

-Volevo sapere se avevi cambiato idea riguardo quel gioiello che porti al collo.-

-Ti sembro il tipo da cambiare idea?-

-Però forse ti pesa, dopo tanto peregrinare. Che ne dici se ti sollevo dal fardello e porto io quel bagaglio per un po’?-

Per non parlare dell’intervento da deus ex machina del piccione Roderigo, che salva la situazione con il garbo che si confà ad un piccione.

Non intendo scendere ulteriormente nei dettagli di questo racconto, anzi vi consiglio di tutto cuore di leggerlo e di costruirvi una vostra idea in proposito. Per me è stato un viaggio divertente e appassionante. Mi capita di rado di leggere storie che riescano ad intrattenermi con la stessa delicatezza e che mi invoglino a continuare la lettura il prima possibile. È un libro breve, come ho già specificato, che potrete finire anche in due giorni. Spero che proviate lo stesso piacere nel leggerlo che ho provato io. Vi lascio il link ad Amazon qua sotto.

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